Addio ad Alberto Colombo, campione sfortunato che accarezzò il sogno F1 (2024)

Si spegne a 77 anni il pilota originario di Varedo. Ottenne molti successi in F.Monza, Formula 3 e Formula 2 e tentò tre volte la qualifica nella massima serie. Nel 1980 ideò la Riviera, una F1 che non fu mai portata in pista, e lanciò molti talenti come team manager

Nico Patrizi

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Una vittoria di Alberto Colombo in F3; il lombardo, secondo a sinistra, gareggiò poi per molte stagioni in Formula 2 cogliendo numerosi ottimi risultati

Subito un lutto per il motorsport italiano in questo inizio di 2024. All’età di 77 anni è infatti venuto a mancare Alberto Colombo, un vero personaggio del motorsport tricolore tra gli anni Settanta ed Ottanta. Ottimo pilota, noto anche per il suo simpatico “look” capellone, fu pure eccellente team manager alla guida della sua scuderiaSanremo Racing nonché istruttore federale, e nel 1980 fu vicino al debutto come costruttore in F1.

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Colombo davanti a tutti in una gara di F3 nel 1974: quell'anno il lombardo avrebbe conquistato il titolo tricolore

LA CARRIERA DI PILOTA

Emerso nella massacrante “palestra” della Formula Monza, Colombo salì alla ribalta nazionale nel 1974 con il titolo italiano di Formula 3, specialità al tempo molto ricca di partecipanti e teatro di gare molto combattute. L’anno successivo il debutto in F2 con una March-Bmw di Trivellato Racing, con la conquista di un punto sulla pista francese di Nogaro. Dopo un 1975 di apprendistato, va decisamente meglio nel 1976: un terzo posto al Mugello il migliore risultato di un campionato concluso all’ottavo posto con diciotto punti. Inoltre, Colombo si laurea vicecampione italiano di F2 alle spalle del solo Riccardo Patrese. Nel 1978 la breve e sfortunata esperienza in Formula 1. La tedesca ATS lo ingaggia per rimpiazzare Jean-Pierre Jarier ma a Zoldered a Jarama Colombo fallisce la qualificazione, anche a causa di una monoposto poco performante e di un team male organizzato. Il team di Schmidt lo appieda, ma una chance di salvataggio arriva da Arturio Merzario che gli offre la seconda vettura del proprio team in occasione del GP d’Italia a Monza. La Merzario, poco competitiva, non supera lo scoglio delle prequalifiche: finisce così la carriera di pilota di Colombo in F1.

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Alberto Colombo in azione a Zolder al volante della ATS F1: una vettura poco competitiva non gli permise di qualificarsi. Dopo avere fallito l'ingresso in griglia anche a Jarama il lombardo venne appiedato dal team tedesco

GLI INIZI COME TEAM MANAGER

Di pari passo con la sfortunata esperienza in F1, Colombo inizia una carriera come team manager fondando la San Remo Racing in Formula 2. Alla guida della March-Bmw del team è lo stesso Colombo, e con buoni risultati: nel 1978 il lombardo conquista undici punti, nel 1979 otto -con un bel terzo posto a Thruxton- e nel 1980 arrivano nove punti con un terzo posto all’Hockenheim. Passa alla Toleman-Hart per le ultime gare della stagione e nella gara fuori campionato di Monza lotta per la vittoria, impensierendo il vincitore Derek Warwick fin sotto la bandiera a scacchi. Solo la pressione esercitata dal compianto Riccardo Paletti, poi terzo, impedisce a Colombo di sferrare l’attacco vincente ai danni di “Dezza”.

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Alberto Colombo in azione su una monoposto F2 del suo team, la San Remo Racing, con cui colse molti buoni risultati fino ai primi anni Ottanta

IL SOGNO INFRANTO DELLA RIVIERA F1

Nel frattempo, in una factory presso Giussano, Colombo lavora segretamente ad un progetto davvero ambizioso: quello di diventare pilota e costruttore di F1 sulle orme di Arturio Merzario. Partendo da una monoscocca Thompson, un cambio Hewland ed un motore Ford Cosworth Dfv otto cilindri una squadra di tecnici capitanata dall’ex-Autodelta Giorgio Valentini mette a punto una monoposto che assume il nome Riviera e ricorda esteticamente la Shadow F1. Agli inizi del 1980 la monoposto viene completata, ma poco prima del vernissage in pista sorgono problemi di natura sia tecnica che finanziaria che portano all’interruzione del progetto ed allo smantellamento della monoposto. Parte delle componenti tecniche della Riviera verranno addirittura rivendute ad altri team per contenere la perdita finanziaria.

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Gabriele Tarquini in azione con la AGS F1: l'abruzzese, divenuto poi "top driver" nelle gare Turismo internazionali, fu lanciato proprio da Alberto Colombo

SCOPRITORE DI TALENTI

La fine del “sogno” Riviera F1 non demoralizza il buon Alberto, che oltre a continuare l’attività della San Remo Racing per buona parte degli anni Ottanta militando in Formula 2 ed in Formula 3000 decide di mettere a disposizione il suo talento per scoprire nuovi talenti per il motorsport italiano. Colombo collabora alla Scuola Federale Csai al fianco di istruttori di altissimo livello come Roberto Lippi e Cristiano “Gero” Dal Balzo, contribuendo a forgiare molti dei talenti dell’automobilismo italiano tra la seconda metà degli anni Ottanta ed i primi anni Novanta. Attraverso il suo coaching, l’abruzzese Gabriele Tarquini viene lanciato verso il firmamento della F1 per poi diventare un nome di altissimo livello nelle gare Turismo internazionali.

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Il curioso "look" capellone di Alberto Colombo ha contribuito a rendere ancor più popolare il bravo pilota lombardo scomparso nella giornata di oggi

GLI ULTIMI ANNI E LA FINE

Conclusa la collaborazione con la Scuola Federale, Colombo rimane “ai margini” tra gli Anni Novanta ed oggi, prendendo parte di tanto in tanto ad eventi di alto livello e manifestazioni commemorative. Negli ultimi anni, con Patrizio Cantù, lavora ad un progetto per ultimare e portare finalmente in pista la sua Riviera F1, ma problemi di salute lo costringono ad accantonare definitivamente il sogno. Dopo una strenua resistenza, un male incurabile ha messo fine alla sua vita nella giornata di oggi. Saranno in tanti a ricordare con affetto Alberto Colombo, pilota tanto aggressivo e tenace in pista quando gentile e disponibile fuori dalla vettura. Un pilota di vero talento, purtroppo la fortuna non sempre è stata dalla sua parte.

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